ARTE COME COMUNICAZIONE: IL SICILIANO RENATO GUTTUSO

30.05.2012 12:52

 “Ho cominciato a dipingere a 12 anni e non ho mai smesso”: cosi scriveva Renato Guttuso per giustificare il fatto che era profondamente e inesorabilmente coinvolto dall’amore e dalla passione per l’arte. Egli fu, innanzitutto, uomo di grande valore culturale nonché ultimo grande artista siciliano realista, che non riuscì ad esprimersi in altro modo che attraverso la sua arte, comunicando le verità scomode, tragiche, cruente della guerra e dei fallimenti del suo tempo: non sono le immagini anonime e astratte di un dipinto a fermare la storia; esse non possiedono le parole, ma possiedono la memoria, il ricordo di ogni azione ed avvenimento che scrisse un intero secolo, il '900. Guttuso fu coinvolto completamente dai fatti e dalla realtà di questo presente divenendone umilmente testimone. I suoi occhi hanno visto tanto, tutto quello che c’era da conoscere e comprendere per diventare chi è; occhi che non si sono orientati solo fra le poche mura di un piccolo borgo, Bagheria (Palermo), dimenticato dal mondo. Un mondo che, pero, non è stato dimenticato da Guttuso.

Nel 1931, quindi, Guttuso abbandonò l’Università per dedicarsi sempre e comunque al mondo artistico. Per motivi culturali, politici ed economici fu costretto ad allontanarsi dalla Sicilia, ma restò, comunque, fedele e legato alla sua terra e i suoi dipinti ne sono la testimonianza, ritratti e paesaggi che sono la trasfigurazione del reale e di un forte trasporto emotivo. Guttuso si trasferì prima a Roma, nel 1931, dove, nel 1933, insieme a Lia Pasqualino Noto e agli scultori Cuffaro, Franchina e Barbera firmarono un lungo e amaro manifesto relativo alla esclusione degli artisti siciliani dalla Biennale di Venezia di quell’anno. Quindi, Guttuso, nel 1935-1936, Guttuso fu a Milano, dove prestò servizio militare. In quest’occasione, egli scrisse: “Appresi nel modo più concreto possibile che cosa significa miseria, freddo, fame e disperazione.” Nel 1938 prese parte al movimento “Corrente”, una forma di protesta contro il degrado politico e intellettuale del tempo, che proponeva un realismo sofferto e non accademico. Nei due anni seguenti, non tardarono ad arrivare due eventi che segnarono profondamente la vita di Guttuso: la morte dell’amato padre, che l'artista ricorderà sempre come colui che gl’insegnò l’arte per diletto; e la partenza per la Seconda Guerra mondiale.

Importante per la fortuna di Guttuso  fu la presenza di Alberto della Ragione, che gli fu vicino nel momento del bisogno e lo sostenne economicamente, dati i tempi duri dovuti alla guerra. Condivisero persino la notizia della caduta del fascismo: “Quando le acque si guastarono per me e dovetti sparire da Roma," scriverà Guttuso "andai da lui e con lui ci abbracciammo piangendo la notte che crollò il fascismo.” Quest’avvenimento spinse Guttuso a entrare nella Resistenza, ciò che avvenne nel ’44, periodo durante il quale egli realizzò anche una serie di opere grafiche, denominate “Gott mit Uns” (Dio è con noi), con l’obiettivo di comunicare la sua denuncia della barbarie naziste e la tragedia dell’Italia: perciò Guttuso è ricordato come un uomo libero, che odia la sopraffazione sui deboli e ogni forma di violenza. Per questa sua sensibilità umana e artistica, Guttuso fu coinvolto nella realizzazione del Monumento al Deportato, nel centro storico di Capri, teso a commemorare le vittime della deportazione nazista.

Ma di Guttuso, oltre allo spirito del combattente, deve ricordarsi l’anima dell’artista. Ogni città che visitò lo ha portato, infatti, a contatto con diversi esponenti del mondo artistico - letterario: grandi scrittori, intellettuali, artisti e uomini del mondo politico e cinematografico, fra cui il regista suo concittadino Giuseppe Tornatore, che realizzò in sua memoria un documentario.

Guttuso fatto tesoro delle esperienze, dei consigli, delle amicizie, di quanto ha appreso e gli è stato insegnato: elementi che ha racchiuso dentro di sé e che, come un puzzle, hanno delineato i tratti della sua grande e poliedrica personalità. Tutta la sua ammirazione è riservata soprattutto a Picasso e i loro contatti non si interruppero mai: di Picasso Guttuso affermava di amare: “…soprattutto il modo vitale dell’invenzione, la sua capacità di essere semplice e di colpire, di tradurre il gioco in un urto vitale il suo senso crudele del reale, del terrestre del concreto, del tangibile. Lo amo perché è il pittore più anti-astratto che esista." Per Guttuso, infatti, il realismo era l’unico modo per non perdere la ragione e coinvolgere l’osservatore fino alla commozione.

Dal ’60 in poi lo stile dell’artista è, ormai, maturo, non soffermandosi più sulla ricerca della perfezione, ma sulle emozioni. Federico Zeri così si esprimeva a proposito di Guttuso: “Per me era l’incarnazione del pittore nato, che vedeva il mondo con gli occhi di chi esiste solo per dipingere.” Si può affermare che la libertà e l’amore furono i veri moventi dell’attività artistica di Guttuso, ispirato, sollecitato e motivato soprattutto da Mimise, la donna che ha amato fino a sposarla e alla quale ha dedicato parecchi ritratti. Guttuso è stato un artista che per più di cinquanta anni ha rivestito il ruolo di straordinario testimone del nostro tempo, in grado di rappresentare nelle sue opere la complessità della condizione umana con le sue sfaccettature. Noi studenti del Liceo Artistico di Giarre, alla luce di tutto quello che di questo artista abbiamo conosciuto, possiamo dire che nemmeno il mondo ha dimenticato lui e che, per primi, non possiamo che rendere omaggio a quest’uomo di grande spessore e passione e di cui il nostro istituto porta orgogliosamente il nome.

Così Pier Paolo Pasolini lo ricorda Guttuso: “Beato te che quando prendi il pennello, scrivi sempre in versi! Chi dipinge è un poeta che non è mai costretto dalle circostanze a scrivere in prosa… Ti trovo fratello proprio in questo. Nella disperata premeditazione di fare sempre poesia, in ogni discorso, magari abbandonandolo a sé, incompiuto, là dove potrebbe livellarlo con l’integrità del testo, la prosa”.

 

Cristina Previte

Elisa Di Grazia

V Tessuto, Liceo Artistico Renato Guttuso