L’America distrutta

27.02.2014 18:03
Crollo delle Torri Gemelle: 2974 morti e più di 6000 feriti per la follia di 19 kamikaze.

Alle 8:42 dell’11 settembre 2001, il volo numero 11, come di consuetudine; prende quota. Da subito viene notata un’anomalia: la traiettoria non è quella di sempre.

L’aereo punta verso le Torri Gemelle; 14 minuti più tardi si schianterà all’altezza del 75esimo piano della Torre settentrionale.

Diciotto minuti, dopo un altro aereo, il Volo United 175, sarà dirottato verso la seconda torre e nonostante lo sforzo del comandante di evitare la catastrofe, il terrorista porta a termine il suo compito.

Le Torri, che solo mezz’ora prima splendevano nel giorno come diamanti preziosi, erano avvolte da spirali di fumo nero, come sprofondate nell’inferno. I cittadini sono increduli, sbigottiti. Ma non sanno ancora che le fiamme divampano anche altrove.

Negli stessi momenti un terzo aereo parte dall’aeroporto di Washington diretto a Los Angeles. Anche esso viene dirottato, stavolta come obiettivo viene scelto il Pentagono. (Vittorio Zucconi, ‘’la Repubblica’’ 12 settembre 2001)

I feriti che si conteranno più tardi saranno 106 ed un numero indefinito di morti. Ma ai terroristi non bastava: un quarto aereo, a 200 chilometri da Washington viene preso d’assalto e probabilmente diretto verso la Casa Bianca. La grande abilità del comandante permette di mancare l’obiettivo e sacrificando la sua vita e quella dei suoi passeggeri, conduce l’aereo a schiantarsi tra i campi  nella contea di Somerset (Pennsylvania).

Alle 10:30 di quella tragica mattina i cittadini si aspettano altri attacchi e scrutano impauriti il cielo temendo che stavolta tocchi a loro.

Le Torri crollano: in un tripudio di fuoco migliaia di lavoratori perdono la vita, mentre altrettante persone vengono avvisate di ciò che sta succedendo. Tra i lavoratori rimasti sotto le macerie perdono la vita anche 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. Le vittime provengono da 70 paesi diversi: è l’America che piange, ma con lei tutto il mondo.

‘’Il cielo cadeva, striato di sangue’’ scrive Bruce Springteen nel 2002, ricordando quell’11 settembre, e sembrava quasi che l’immagine evocata da questa frase possa esserci stata davvero, come a dire che il sangue delle vittime bagnano anche gli occhi del cielo.

Le ragioni di questo attacco tanto grave sono radicate nei decenni scorsi e nel puro odio di Al Qaeda nei confronti degli Stati Uniti.

Il giorno dopo della fine dell’invulnerabilità americana, viene dichiarato lo stato d’allarme e l’America si chiude al mondo. E forse, mentre ogni uomo, donna o bambino è chiuso a casa, prega Dio per la sua nazione:

‘’Ci dia forza la tua forza,      

ci dia fede la tua fede,  

ci dia speranza la tua speranza,  

ci dia amore il tuo amore.’’

(Bruce Springteen, ‘’Into the fire’’, 2002)

Federica La Rosa

IV A/F