Concorso Nazionale "Serra International"

Concorso Nazionale "Serra International"

In data 21 maggio si è svolta la premiazione del Concorso Nazionale "Serra International" che ha avuto luogo presso il seminario di Acireale. 

La traccia proposta nel bando di concorso era:

«L'ultimo atto della creazione di Dio è l'uomo, la creatura che ama maggiormente fino al punto di sacrificare per lui il suo unico figlio. Tuttavia Dio dà ad ogni essere umano la libertà di scegliere: vivere con Lui o senza di Lui. Esprimi il tuo pensiero in proposito».

Le alunne del Liceo Artistico hanno riportato risultati brillanti,  La Rosa Federica della classe II A ha conseguito l'attestato di merito per l'esposizione corretta e per i contenuti esposti.

E in modo particolare per la maturità, la serietà e le motivazioni etiche dimostrate ha vinto il III° posto Previte Cristina della V T.

TRACCIA:

L’ultimo atto della creazione di Dio è l’uomo, la creatura che ama maggiormente fino al punto di sacrificare per lui il suo unico figlio. Tuttavia Dio dà ad ogni essere umano la libertà di scegliere: vivere con Lui o senza di Lui. Esprimi il tuo pensiero in proposito.

<> (Gv 15,16). L’uomo è creazione della volontà di Dio, ma anche del suo sacrificio. È manifestazione della forza creatrice divina e costituisce un anello insostituibile ed indispensabile al completamento della catena vitale, senza il quale questa si spezzerebbe. Un ciclo vitale, quindi, necessario ai fini della sopravvivenza umana: “Uomo- latte- vacca- erba- prato- pioggia- cielo- Dio”. Così Giordano Bruno esprimeva la sua concezione sul Creatore. Egli sosteneva che l’uomo non è al centro del mondo, ma la Natura, espressione di un amore smisurato che tende verso Dio e che in essa manifesta la sua potenza. <<…E vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga>> (Gv 15,16): l’uomo è, invece, al centro del mondo; è la ragione suprema della volontà divina, è, o dovrebbe essere, continuazione sulla terra del pensiero di Dio, del suo messaggio d’amore.

Ma, quanto è forte e ben radicato questo messaggio d’amore dentro di ognuno di noi? In che misura siamo, o anche solo proviamo, ad essere obbedienti a Colui che ci ha generato e che, senza vederlo, ci cresce giorno dopo giorno? Quanto siamo fedeli al nostro credo? Difficile dirlo.

L’uomo di oggi sembra non essere fedele neanche a se stesso, obiettivi che restano ideali, sogni che appaiono illusioni, missioni di pace che generano guerre. Lotte continue col prossimo per rivendicare libertà e diritti, per rivendicare ciò che ci appartiene: perché l’uomo di oggi non si misura per ciò che è, ma per quello che ha. L’avere, e non l’essere, crea uomini grandi. Sarebbe più giusto pensare che in realtà nulla sia veramente nostro, neanche noi siamo proprietari di noi stessi: << ho sempre avuto la percezione interiore che Lui, Cristo è il vero proprietario della mia casa…>> (Papa Giovanni Paolo II).

Possediamo una mente per pensare, sperimentare e per conoscere quella verità che ci rende veramente liberi. E la parola, per far conoscere questa verità e per difendere, dentro di noi e fuori, per sé e gli altri, quei valori che ci portiamo dietro da quando, col battesimo, siamo stati chiamati, come figli di Dio, a nuova responsabilità, in un divino disegno di salvezza e vita eterna. Quello con Dio, prima di esser visto come relazione uomo/religione, è un rapporto Padre e figlio, nel quale quest’ultimo tende ad obbedire, ricercando però la propria indipendenza, cioè il momento in cui sente di poter scegliere da solo, sulla base degli insegnamenti ricevuti. Così, le libere scelte di un figlio, rispetto ai propri genitori, riguardano l’indirizzo scolastico, professionale, politico, religioso, culturale e altre piccole scelte, ma altrettanto importanti, come l’andare a vivere da soli, il costruirsi una propria vita, famiglia, carriera.

E rispetto a Dio? Una scelta solo in apparenza semplice: proseguire con o senza di Lui lungo quel cammino che si chiama vita. Possiamo riflettere, allora, su quell’uomo che agisce lasciandosi guidare da Dio, come nelle azioni, così nei pensieri: con un forte senso della responsabilità, del dovere e della giustizia. Un uomo oggi raro da trovare. Molti di più quelli che tendono a smarrire la strada, insensibili di fronte ai drammi della vita, incapaci di cogliere il vero senso delle cose, delle persone e della vita. Incapaci di amare il prossimo per mancato amore verso se stessi.

Maria Teresa di Calcutta ricordava, infatti, “Dio ci ha creati per qualcosa di immensamente grande: per amare ed essere amati”. Forse, il male maggiore è il non poter o voler essere utile a nessuno e non c’è bisogno di pensare a grandi progetti e gesti, l’inutilità di ciascuno di noi può manifestarsi nell’egoismo, nel pensare di bastare a se stessi, di non dover rivolgerci agli altri, di usare la furbizia a danno del prossimo, con una semplice omissione o bugia. Nel voler fare fortuna e successo a svantaggio di chi merita di più di noi o quanto noi.

Qualcuno, come Raoul Follereau, in un proverbiale discorso dedicato ai giovani, ha nominato erede universale tutta la gioventù del mondo, chiedendosi: “allora… domani? Il domani siete voi!”. Ma se non rimaniamo ancorati a quel cammino di cui Dio ha tracciato il sentiero, sostenitori dei suoi insegnamenti e dei suoi messaggi, il domani rischierà di risultare un contenitore vuoto, come spesso lo sono le parole. L’uomo raccoglie ciò che semina, si dice, ma se il seme non nasce dall’amore, non possiamo aspettarci frutti buoni.

L’uomo figlio di Dio è colui che sfrutta la sua libertà alla ricerca della verità. Ma, per ogni giorno, bisognerebbe vedere quanta libertà e verità c’è in ognuno di noi. Siamo sempre uomini liberi e veri? E di quale verità si parla? Migliaia di voci per migliaia di risposte: chi crede che la verità sia solo Dio, e in Dio; o, al contrario, che non può ridursi ai rigidi dogmi della Chiesa cristiana; o chi pensa alla verità come un valore assoluto, o relativo, astratto o concreto. Oppure semplicemente essa rappresenta il più alto ideale in cui crediamo.

Io credo, che la verità sia dentro di ognuno di noi; è un valore assoluto, ma non può coincidere a priori con qualcosa di certo,  giacché si manifesta in base alle circostanze ed alla situazione. La verità è in ogni cosa, è scegliere, lottare, credere, imparare, la verità è soprattutto saper vivere. È un modello di vita, capace di condurre piccoli e grandi uomini verso i traguardi più alti. Dal semplice studente, al Presidente di uno Stato. E credo che solo un uomo vero, che non si ferma all’apparenza, ma indaga il cuore delle cose e delle persone, animato da coscienza e conoscenza, sia davvero un uomo libero.

Papa Giovanni Paolo II, scrisse, rivolgendosi all’uomo del nostro tempo: “Uomo che vivi immerso nel mondo, credendo di padroneggiarlo, mentre forse ne sei preda, è Cristo che ti libera da ogni schiavitù, che ti fa costruttore e non distruttore del tuo domani… solo Cristo può appagare pienamente la tua insopprimibile aspirazione alla libertà”. E continuava ricordando l’insegnamento di Gesù: “Guardatevi e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni che periscono e dai quali non dipende il definitivo destino della persona”.

La scelta se vivere con o senza Dio è una scelta che riguarda anche e soprattutto l’amore. Significa scegliere di vivere nel segno di un amore più grande che ci protegge e di un amore che ci lega al prossimo. Le persone che portano dentro il messaggio d’amore si riconoscono tra loro, guardandosi negli occhi, stringendosi la mano; negli occhi di ciascuno si nasconde lo sguardo di Dio, così come nel calore della mano che stringiamo e della persona che abbracciamo. Dio ci ha disegnati tutti sul palmo delle sue mani, le stesse mani che ci accolgono nei momenti difficili e ci sostengono anche in quegli attimi importanti e felici. Troppo spesso dimentichiamo che Dio non è da sempre Qualcuno che non vediamo e al di sopra di tutto e tutti; è riduttivo pensare che sia solo invincibile, perché anche Lui ha conosciuto la sofferenza, la delusione e la fragilità umana, dimostrando che si può dare tanto amore di fronte a tanto male e che può nascere speranza dove sembra non ve ne sia più. Dio si è fatto uomo per essere e vivere come noi e diventare esempio di vita. Per Dio nulla è dato per scontato o andato perso, se si segue la via giusta, non quella dove tutto sembra bello e perfetto, ma la via della sofferenza, dei sacrifici, perché alla fine di questa si capirà che tutto è stato fatto per la propria salvezza, la propria redenzione.

Sembrano parole messe a caso, tanto per riempire spazi vuoti, ma soltanto chi ha avuto sempre tutto facile e senza fatica continuerà a vederle vuote e banali. Tante volte si cadrà a terra ma Dio sarà sempre lì a seguirci e sorreggerci. Se noi comprendessimo che lui c’è, anche se non si vede, che è lì in ogni nostro momento, traguardo, gesto, pianto, sorriso, anche senza coinvolgerlo direttamente, allora, capiremmo di non essere mai soli.

Mi viene in mente un brano che meglio spiega il messaggio d’amore e di tenerezza che ogni giorno Lui ci invia attraverso segnali che dovremmo essere più attenti a cogliere:  “Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata; e per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: la mia e quella del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili? E lui mi ha risposto: figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai; i giorni nei quali c’è un orma sulla spiaggia, sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.

Questo è Dio e il suo infinito amore, e colui che sceglie di proseguire senza di Lui non è più forte degli altri che ci credono, ma sarà semplicemente solo in mezzo agli altri.

Cristina Previte V T

Liceo Artistico " R. Guttuso"  Giarre