MITI E LEGGENDE DELLA SICILIA
Di miti e leggende la Sicilia ne è piena
Catania, Palermo, Messina e Aci Catena.
Ogni paese ne ha una
storie di Sole, Natura e Luna.
Fonte di acqua dolce, è la giovane Aretusa
amata dal dio dei fiumi scorre lungo Siracusa.
Ma l’innamorato dio Alfeo
la insegue sin dal mar Egeo.
Sempre di fiumi parla la storia di Galatea e Aci
gelosie di Polifemo e incontri fugaci.
Amore anche dopo la morte
uniti assieme da un legame forte.
Dagli dei Aci fu trasformato
in sorgenti d’acqua di rosso colorato.
Colapesce ragazzo metà uomo e metà pesce
le prove del re a superare lui riesce.
Ma la colonna che bruciava in mare crollò
e Colapesce per sostenerla in superficie mai ritornò.
Scilla ninfa stupenda, vittima di gelosia
fu trasformata dalla maga Circe con una magia.
Così sei cani nel corpo accoglie
denti aguzzi che con ferocia la vita toglie.
Cariddi ninfa avida e vorace
mangiare e bere a lei piace.
Ma da Giove viene punita
e trasformata in mostro, in mare è finita.
La Fata Morgana invece inganna e tradisce
nel riflesso del mare lei stupisce.
Con castelli e mari di cristallo
viaggiatori e pescatori mette in stallo.
Mata, bella ragazza fa innamorare Grifone
pirata che la fanciulla vuol sposare con passione;
Ma lei rifiuta il pirata ormai iracondo
che uccise e saccheggiò in tutto il mondo.
Il moro alla fine si pente e si converte a nuova fede,
ella accetta il nobile gesto e alla fine si concede.
Tifeo il gigante, fu una peste
osò impadronirsi della sede Celeste.
Così la pena da scontare
fu di sostenere la Sicilia in mare.
Di notte un cavallo vagava
e in giro al calar del sole nessuno andava.
Che fosse senza testa si pensava
e chiunque lo sfidava, vivo non restava.
Così un giovane di sopravvivere scommise
e inciampando di esserci smise.
Pippa, lavandaia catanese, nutrice a corte
fu accusata di aver causato del principe Andrea la morte.
Ma lei l’unica innocente fu torturata
e da allora, la giustizia mai avverata.
Proserpina, figlia di Cerere, da Plutone fu rapita,
negli Inferi la portò e lì le tolse la vita;
Cerere non informata dell’accaduto
la cercò e non volle chiedere aiuto.
Poiché per tre giorni e tre notti non la trovò
Elios, dio del Sole, che era morta la informò.
Così la madre disperata s’infuriò e si adirò
e Giove commosso in terra Proserpina rimandò.
Quando la Regina Elisabetta fu gettata dentro il cratere
una pantofola dai suoi piedi riuscì a cadere.
Un pastorello un giorno la ritrovò
ma per toccarla egli si scottò.
Un esorcista fu chiamato
ma anch’egli rimase scottato.
Nelle mani di Orazio Nelson la pantofola finisce
ma l’amante la trova e tutto capisce.
La regina Elisabetta in sogno gli appare
e ad un brutto destino lo fa preparare.
Pochi giorni dopo nella battaglia finale
nello scempio di Trafalgar non ne uscì trionfale.
L’elefantino Elidoro è di Catania il simbolo,
cacciando gli animali feroci, dei catanesi divenne l’idolo.
Il cavaliere Ansaldi, proprietario di un albergo-masseria
fece pernottare il re per non farlo andare via.
Così nel fiume versò del latte
e il re assaggiando credette a quelle storie matte.
Ma il cavaliere si rivelò
e il re per il bel gesto capitano delle guardie lo nominò.
La ninfa Jonia in una grotta viveva
e ogni giorno molti colombi accudiva.
Ma le amiche invidiose i colombi uccisero
e lei per la disperazione ebbe un finale misero.
I miti e le leggende sono storie fantastiche,
belle, avventurose e sarcastiche.
Ma soprattutto servono a far capire alla gente
gli errori della nostra umana mente.