Incontro con Gianpiero Vincenzo sul tema: “Patrimonio storico-culturale, sviluppo del territorio e formazione: il ruolo dei Licei Artistici e delle Accademie”,

Incontro con Gianpiero Vincenzo sul tema: “Patrimonio storico-culturale, sviluppo del territorio e formazione: il ruolo dei Licei Artistici e delle Accademie”,

Nell'ambito della manifestazione di chiusura del Premio "Rosaria Ardita", il Prof. Gianpiero Vincenzo, Docente all’Accademia delle Belle Arti di Catania e il prof. Rocco Giudice, docente di Lettere presso il nostro Istituto, hanno tenuto un incontro sul tema: Patrimonio storico-culturale, sviluppo del territorio e formazione: il ruolo dei Licei Artistici e delle Accademie”, incontro cui hanno preso parte le classi III, IV e V del Liceo.

In apertura, il Dirigente Scolastico, prof. Alfredo Pappalardo, ha ringraziato il prof. Gianpiero Vincenzo per l'adesione all'invito rivoltogli dagli organizzatori del Premio. Il Dirigente Scolastico ha presentato il nostro Istituto, che ha svolto, nel corso del cinquantennio di cui si festeggia la ricorrenza, una preziosa funzione di formazione di generazioni di studenti, non pochi dei quali si sono distinti nei vari campi in cui le competenze acquisite possono essere messe a frutto, dal design all'oreficeria, dalla moda all'arte. Nel frattempo, molte cose sono cambiate e i tempi mutati a passo accelerato e una riforma scolastica che ridefinisce configurazioni e ruolo dell'istruzione impongono di rivedere il rapporto fra scuola e territorio, scuola e varie articolazioni istituzionali in ambito amministrativo e politico. Il nostro Liceo, ha continuato il Dirigente Scolastico, ha recepito i 'messaggi' che investono la scuola, non solo a livello di direttive ministeriali, ma anche dalle sollecitazioni che scaturiscono dal confronto con le esigenze che vengono dalle diverse realtà sociali espresse dal 'bacino d'utenza' cui il Liceo attinge: ma occorre dire che molta strada rimane da fare in direzione di una maggiore integrazione che valorizzi sia la qualità dell'offerta formativa, sugli standard della quale la Riforma punta in maniera prioritaria, che le potenzialità offerte dal comprensorio ionico-etneo. La scuola, ha concluso il Dirigente Scolastico, non può cambiare senza un confronto col territorio né il territorio può fare a meno di un rapporto di collaborazione e integrazione con le strutture che presiedono alla formazione per rinnovare in profondità la cultura, la mentalità, il modo di pensare e di agire, premessa a ogni seria 'svolta' rispetto a immobilismi e ritardi storici. 

Ha preso, quindi, la parola il prof. Giudice, che, dopo aver ringraziato il Dirigente Scolastico per l'ospitalità e gli organizzatori per l'occasione di un confronto fra esperienze formative che non possono rimanere separate e non comunicare, ha presentato il prof. Gianpiero Vincenzo, docente di Discipline Sociologiche presso l'Accademia di BBAA di Catania e intellettuale cosmopolita, operatore culturale e scrittore le cui opere sono state tradotte in vari Paesi, non solo europei. Sebbene in servizio solo da qualche anno presso l'Accademia di BBAA del nostro capoluogo, il prof. Vincenzo, con l'esperienza che gli deriva dalla conoscenza diretta della realtà di altri Paesi e culture, sia per quanto riguarda la gestione del patrimonio storico-culturale, sia per quanto attiene i meccanismi del mercato e del sistema dell'arte, sia per quel che concerne il funzionamento del sistema dell'istruzione, si qualifica come persona in grado di valutare tutti gli aspetti che il rapporto fra enti di formazione e territorio assume anche in un contesto così particolare come il nostro.

Ricollegandosi a quanto il Dirigente Scolastico affermava nell'indirizzo di saluto, il prof. Giudice ha sostenuto che, se si vuole che la scuola ridefinisca la propria funzione in rapporto alle esigenze di una società in rapida mutazione, è necessario che le istituzioni scolastiche si pongano non come semplice luogo di trasmissione del sapere o di consumo di attività culturali a finalità formativa, ma che operino come fattore di proposta, di promozione e di produzione culturale. Perché questo accada, la scuola non può contare solo sulle proprie risorse, sia in senso economico che progettuale: occorre che essa si raccordi con soggetti economici, politici e amministrativi e con enti culturali, sia pubblici che privati, per svolgere un'azione incisiva di individuazione, catalogazione e infine, valorizzazione del patrimonio offerto dal territorio.

Il prof. Gianpiero Vincenzo ha esordito ricordando come tutte le attività connesse alla creatività e più in generale, alla cultura, rappresentino, in Italia, il 10% circa del PIL: se adeguatamente sfruttate, le potenzialità di questo settore sono molto più elevate e costituirebbero un punto di forza per la ricchezza 'monetizzabile' del nostro Paese. Ancora, gli addetti ai settori collegati alla produzione e diffusione della creatività e all''indotto' (musei, fondazioni, gallerie, turismo culturale; ma anche moda, design, artigianato) sono circa due milioni: una cifra anch'essa notevole, che potrebbe accrescersi, offrendo sbocchi occupazionali a giovani e meno giovani in una situazione che veda ridursi le prospettive di lavoro per tutti. Infine, il prof. Vincenzo ha spiegato come, in rapporto alla popolazione, la provincia di Catania disponga del maggior numero di aziende commerciali e artigianali d'Italia: e anche questo è un dato di tutto rispetto, malgrado il declino anche di questo settore, un tempo, strategico in ordine alla struttura e allo sviluppo economico delle nostre terre.

Il prof. Vincenzo è partito dall'analisi di questi referti statistici per giungere a un aspetto centrale del problema: la necessità di fare leva sull'esistente, valorizzandolo e sostenendolo, bensì in un rinnovamento globale dell'amministrazione, della burocrazia, del raccordo fra iniziativa privata e coordinamento e sostegno pubblico; ma, soprattutto, prendendo in considerazione il ruolo della formazione, che è la premessa al salto di qualità richiesto nel'odierna configurazione del mondo globalizzato. Indubbio che non solo la Sicilia, ma tutto il Meridione d'Italia risenta di una incapacità anche solo di conoscere e di comprendere, oltre alle proprie criticità, i punti di forza su cui puntare. La cultura, la formazione hanno proprio questa funzione: quella di destare nei giovani lo spirito di iniziativa senza troppo aspettarsi dall'alto, ma contando su energie e risorse disponibili. Le istituzioni politico-amministrative, da questo punto di vista, se è noto che scontano inefficienza e sprechi, oltre che clientelismo e corruttela, si trovano a disperdere risorse preziose proprio per l'incapacità di programmare e di coordinare i propri interventi in una visione complessiva dei problemi del territorio. Questa mancanza di dialogo è un segno e un fattore di una arretratezza rispetto a cui le istituzioni educative e della formazione devono impegnarsi, non solo elevando la qualità dell'offerta formativa in modo da formare le future classi dirigenti, ma anche collaborando in maniera attenta ponendosi come modello di fattiva collaborazione fra i soggetti pubblici.

Il prof. Vincenzo ha, quindi, richiamato alcuni progetti avviati dall'Accademia con alcune scuole della provincia al fine di procedere a un inventario dei beni artistici, che rimangono, in notevole misura, sconosciuti agli stessi enti preposti alla loro tutela. La mancanza cronica di fondi, in realtà, nasce da anche uno squilibrio nel rapporto fra entità degli stanziamenti e razionalizzazione degli interventi, nonché dallo scollamento, per es., col settore turistico-alberghiero, che non offre occasioni di intrattenimento 'intelligente', come suol dirsi, a flussi turistici sempre più esigenti. In realtà, posti di fronte alle reali risorse dei giacimenti storico-archeologici e artistici, gli enti locali potrebbero occuparsi direttamente della loro gestione contando sulla collaborazione delle istituzioni culturali, la scuola in primo luogo e su un partneriato con l'Accademia. Progetti in tal senso, ha concluso il prof. Vincenzo, sono già in fase avanzata di elaborazione e peraltro, in alcuni casi, sono stati avviati contatti con amministrazioni comunali che si sono dette interessate a partecipare alla loro attuazione per la parte che ricade sui territori di rispettiva giurisdizione.

La Redazione